Si configura, a carico dell’organizzatore, un inadempimento del contratto di viaggio «tutto compreso» nell’ipotesi in cui la struttura alberghiera prenotata nel pacchetto turistico presenti deficienze non segnalate nel dépliant richiamato nel contratto e la struttura alternativa, dove il turista abbia soggiornato per alcuni giorni, sia qualitativamente inferiore alla prima.
TRIBUNALE DI NAPOLI; sentenza, 18-02-2013
domenica 8 dicembre 2013
lunedì 25 novembre 2013
DIFENDERSI DA UN MUTUO USURARIO !
Il tema dei mutui e soprattutto del tasso di interesse è sempre di
fondamentale importanza per i consumatori ed una recente pronuncia della
Suprema Corte di Cassazione, la sentenza n. 350 del 9 gennaio
2013, ha, finalmente,
sancito con chiarezza che “ai fini dell'applicazione dell'art. 644 del codice penale e dell'art. 1815,
secondo comma, del codice civile, si intendono usurari gli interessi
che superano il limite stabilito dalla legge nel momento in cui essi sono
promessi o comunque convenuti, a qualunque titolo, quindi a titolo di interessi
moratori".
I Giudici della Suprema Corte ribadiscono così un concetto già espresso in
diverse occasioni, confortato anche dalla Corte Costituzionale (sent. N. 29 del
25.02.2002), nonostante la Banca d'Italia continui ad escludere il tasso di
mora ai fini del calcolo del TEG medio (def.:
Tasso Effettivo Globale è il tasso medio che esprime il costo effettivo del
mutuo tenendo conto di tutte le spese, commissioni e di possibili tassi di
ingresso o promozionali).
In termini pratici la decisione della Corte significa che il raffronto tra
TEG e Tasso Soglia (ovvero il limite usura che non deve essere superato
dall'istituto di credito e che è stabilito trimestralmente dalla Banca
d’Italia) deve tener conto di TUTTE le somme richieste dall’ente
creditore a titolo di spese, penali, commissioni, interessi di mora, ecc..
La conseguenza di tale determinazione è che, in caso di applicazione delle penali pattuite per situazioni di insolvenza o di ritardati pagamenti, qualora il quantum risulti superiore rispetto ai limiti del tasso usura, diventa molto più facile far valere i propri diritti verso le banche e quindi contestare l’applicazione di un interesse illegittimo.
Nel momento in cui il tasso d’interesse diventa usurario, il mutuatario ha
a sua disposizione diversi strumenti di difesa:
- Chiedere il rimborso delle somme illegittimamente incassate;
- Bloccare eventuali azioni giudiziali già intraprese dalla banca;
- Contestare l’addebito di futuri interessi calcolati in maniera illegittima;
- Rinegoziare la rata del mutuo
Dato che in caso di “difficoltà di dialogo” con le banche sono i giudici a
decidere, si tenga in considerazione come ha deciso la Corte d’Appello di Venezia sentenza n° 342 del 18 Febbraio 2013: “L’articolo 1815, comma 2 c.c. esprime
un principio giuridico valido per tutte le obbligazioni pecuniarie e pertanto
la previsione di nullità della clausola di debenza degli interessi è
applicabile a qualsiasi somma richiesta a tale e quindi anche nel caso d’interessi moratori. La conseguenza
della violazione dell’art. 1815, comma 2, c.c. è la conversione forzosa del mutuo
usurario in mutuo
gratuito.”
Detto ciò, difendersi da un mutuo usurario non è soltanto possibile ma
una concreta realtà!mercoledì 20 novembre 2013
ANCHE LA TRUFFA E' BIO
Allevamenti cresciuti a colpi di ormoni, olio deodorato e colorato, frutti di bosco affetti da epatite A, mucca pazza, maiali alla diossina. Sono solo alcuni esempi dei ripetuti scandali alimentari che hanno spaventato la popolazione. Scandali che hanno favorito l'exploit di un mercato che un tempo era solamente di nicchia, ma che ormai sta conquistando un pò alla volta gli scaffali di tutti i negozi: il mercato biologico.
A fronte di una sempre maggiore sofisticazione dei prodotti alimentari, il biologico offre un maggiore garanzia di sicurezza, in quanto non prevede l'utilizzo di ormoni, pesticidi, prodotti di sintesi e organismi geneticamente modificati.
Inoltre, l'agricoltura biologica considera l'intero ecosistema agricolo, sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con interventi limitati e promuove la biodiversità dell'ambiente in cui opera.
Dunque un prodotto biologico dovrebbe dare una maggiore garanzia di sicurezza per la salute dell'uomo e dell'ambiente, soprattutto alla luce del fatto che la normativa di riferimento è molto rigida e i controlli dovrebbero essere molto severi.
Tuttavia, le frodi alimentari non risparmiano nemmeno questo settore. Anzi, con la maggiore diffusione del mercato biologico, sono aumentati a dismisura anche i casi di "bio truffa".
Dall'inizio dell'anno il Nucleo Antifrode dei Carabinieri ha sequestrato in tutta Italia oltre due milioni di finte etichette biologiche e confezioni “ingannevoli” e più di 77 mila prodotti agroalimentari. La Guardia di Finanza, invece, ne ha ritirati dal mercato circa un milione in un anno. Tonnellate di mais, soia e olio di colza provenienti da Ucraina, India, Turchia, spacciati come biologici ma contaminati da un pericolosissimo pesticida che danneggia la salute umana e animale (il clormequat, cioè cloruro di clorocolina, che può provocare nausea, vomito e mal di testa); organismi di certificazione senza scrupoli che falsificano le analisi chimiche per dichiarare bio prodotti quasi tossici.
Le truffe vengono effettuate tramite la falsificazione delle etichette, l'apposizione di sigle che attestano la provenienza di alimenti per cui in realtà non c'è alcuna tracciabilità, nè si sa dove e come siano stati prodotti e la violazione delle più elementari norme igienico sanitarie (incluso l'utilizzo di agenti chimici vietati dalla normativa sull'agricoltura bio).
Ovvi gli scopi dei "biotruffatori": ingannare i consumatori, i quali acquistano a prezzi elevati prodotti di valore molto scadente, e accaparrarsi i finanziamenti europei elargiti per favorire l'agricoltura biologica.
In attesa di una normativa più restrittiva (già in elaborazione presso l'Unione Europea) che argini tale dilagante fenomeno, come difendersi da queste truffe? L'unica arma a disposizione dei consumatori è l'acquisto più consapevole: comprare il più possibile prodotti a filiera corta, sicuramente più freschi ma anche più facilmente rintracciabili, e affidarsi alle catene di distribuzione più sicure. Ma soprattutto evitare il più possibile acquisti on line (è proprio la rete il palcoscenico della maggior parte delle truffe), a meno che non si tratti di un venditore certificato ed affidabile.
A fronte di una sempre maggiore sofisticazione dei prodotti alimentari, il biologico offre un maggiore garanzia di sicurezza, in quanto non prevede l'utilizzo di ormoni, pesticidi, prodotti di sintesi e organismi geneticamente modificati.
Inoltre, l'agricoltura biologica considera l'intero ecosistema agricolo, sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con interventi limitati e promuove la biodiversità dell'ambiente in cui opera.
Dunque un prodotto biologico dovrebbe dare una maggiore garanzia di sicurezza per la salute dell'uomo e dell'ambiente, soprattutto alla luce del fatto che la normativa di riferimento è molto rigida e i controlli dovrebbero essere molto severi.
Tuttavia, le frodi alimentari non risparmiano nemmeno questo settore. Anzi, con la maggiore diffusione del mercato biologico, sono aumentati a dismisura anche i casi di "bio truffa".
Dall'inizio dell'anno il Nucleo Antifrode dei Carabinieri ha sequestrato in tutta Italia oltre due milioni di finte etichette biologiche e confezioni “ingannevoli” e più di 77 mila prodotti agroalimentari. La Guardia di Finanza, invece, ne ha ritirati dal mercato circa un milione in un anno. Tonnellate di mais, soia e olio di colza provenienti da Ucraina, India, Turchia, spacciati come biologici ma contaminati da un pericolosissimo pesticida che danneggia la salute umana e animale (il clormequat, cioè cloruro di clorocolina, che può provocare nausea, vomito e mal di testa); organismi di certificazione senza scrupoli che falsificano le analisi chimiche per dichiarare bio prodotti quasi tossici.
Le truffe vengono effettuate tramite la falsificazione delle etichette, l'apposizione di sigle che attestano la provenienza di alimenti per cui in realtà non c'è alcuna tracciabilità, nè si sa dove e come siano stati prodotti e la violazione delle più elementari norme igienico sanitarie (incluso l'utilizzo di agenti chimici vietati dalla normativa sull'agricoltura bio).
Ovvi gli scopi dei "biotruffatori": ingannare i consumatori, i quali acquistano a prezzi elevati prodotti di valore molto scadente, e accaparrarsi i finanziamenti europei elargiti per favorire l'agricoltura biologica.
In attesa di una normativa più restrittiva (già in elaborazione presso l'Unione Europea) che argini tale dilagante fenomeno, come difendersi da queste truffe? L'unica arma a disposizione dei consumatori è l'acquisto più consapevole: comprare il più possibile prodotti a filiera corta, sicuramente più freschi ma anche più facilmente rintracciabili, e affidarsi alle catene di distribuzione più sicure. Ma soprattutto evitare il più possibile acquisti on line (è proprio la rete il palcoscenico della maggior parte delle truffe), a meno che non si tratti di un venditore certificato ed affidabile.
martedì 29 ottobre 2013
BENI PROGETTATI PER ROMPERSI: L' OBSOLESCENZA PROGRAMMATA
Vi è mai capitato che un elettrodomestico o un televisore o un cellulare si siano rotti improvvisamente proprio alla scadenza della loro garanzia? Sfortunata coincidenza? Purtroppo no, in quanto è ormai accertato che le aziende producano beni destinati a durare poco più del periodo di garanzia, al fine di spingere l'acquirente a comprare il modello successivo.
Recentemente due ricercatori tedeschi, Stefan Schridde e Christian Kreis, hanno svolto una ricerca i cui risultati sono stati davvero sorprendenti. Gli scienziati sono partiti dallo studio di sospetti casi di obsolescenza anticipata, dimostrando che la stessa non sia casuale, ma pianificata dalle ditte produttrici al fine di incrementare i profitti.
Lo studio ha inoltre dimostrato come i prodotti siano spesso creati in modo tale che la sostituzione del pezzo difettoso sia difficile o troppo costosa, tanto da indurre il consumatore ad acquistare il nuovo prodotto.
Tale fenomeno è in realtà noto sin dagli inizi del secolo, quando improvvisamente le lampadine iniziarono ad avere vita più breve e le calze di nylon a rompersi più facilmente. Ma è solo negli ultimi anni che l'obsolescenza anticipata sta assumendo dimensioni davvero preoccupanti, con conseguenze devastanti sia per il portafoglio dei consumatori, che per l'ambiente, in quanto comportano uno spreco inutile di materie prime e risorse e generano un'enorme quantità di rifiuti.
Purtroppo non è ancora intervenuta alcuna legge e le aziende continuano a produrre beni la cui vita media è sempre più ridotta (si consideri che fino a trent'anni fa un elettrodomestico durava circa dieci volte di più rispetto ad oggi). E tale circostanza ha favorito il proliferare di nuove tecniche di guadagno per le aziende, come la cosiddetta "estensione della garanzia", che dietro un'apparente convenienza nasconde spesso grandi insidie, in quanto copre solamente alcuni tipi di difetti ad un costo eccessivo.
Sarebbe a questo punto auspicabile una modifica della normative vigente, che commisuri la garanzia obbligatoria all'effettiva aspettativa di vita dei prodotti.
Recentemente due ricercatori tedeschi, Stefan Schridde e Christian Kreis, hanno svolto una ricerca i cui risultati sono stati davvero sorprendenti. Gli scienziati sono partiti dallo studio di sospetti casi di obsolescenza anticipata, dimostrando che la stessa non sia casuale, ma pianificata dalle ditte produttrici al fine di incrementare i profitti.
Lo studio ha inoltre dimostrato come i prodotti siano spesso creati in modo tale che la sostituzione del pezzo difettoso sia difficile o troppo costosa, tanto da indurre il consumatore ad acquistare il nuovo prodotto.
Tale fenomeno è in realtà noto sin dagli inizi del secolo, quando improvvisamente le lampadine iniziarono ad avere vita più breve e le calze di nylon a rompersi più facilmente. Ma è solo negli ultimi anni che l'obsolescenza anticipata sta assumendo dimensioni davvero preoccupanti, con conseguenze devastanti sia per il portafoglio dei consumatori, che per l'ambiente, in quanto comportano uno spreco inutile di materie prime e risorse e generano un'enorme quantità di rifiuti.
Purtroppo non è ancora intervenuta alcuna legge e le aziende continuano a produrre beni la cui vita media è sempre più ridotta (si consideri che fino a trent'anni fa un elettrodomestico durava circa dieci volte di più rispetto ad oggi). E tale circostanza ha favorito il proliferare di nuove tecniche di guadagno per le aziende, come la cosiddetta "estensione della garanzia", che dietro un'apparente convenienza nasconde spesso grandi insidie, in quanto copre solamente alcuni tipi di difetti ad un costo eccessivo.
Sarebbe a questo punto auspicabile una modifica della normative vigente, che commisuri la garanzia obbligatoria all'effettiva aspettativa di vita dei prodotti.
venerdì 11 ottobre 2013
FURTO D’IDENTITA’
Il furto d’identità, o uso
improprio di un’identità, è un crimine punito dal nostro ordinamento. Ai sensi
dell’art. 494 del codice penale, intitolato Sostituzione di persona - “Chiunque al fine di procurare a sé o ad
altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore,
sostituendo illegittimamente la propria all'altrui persona, o attribuendo a sé
o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge
attribuisce effetti giuridici è punito se il fatto non costituisce un altro
delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino a un anno.”
Il reato è una forma di
truffa perpetrata da un soggetto che finge di essere un’altra persona (vivente
o anche defunta), di cui utilizza illegittimamente i dati personali, al fine di
ottenere dei benefici economici.
Le conseguenze del reato per
la vittima possono essere tante e anche gravi. I “ladri d’identità” riescono a
realizzare frodi più o meno importanti, si segnalano alcuni esempi concreti:
apertura di sim card con cui porre in essere truffe telefoniche, acquisto di
automobili o altra merce mediante finanziamenti, ma la fantasia dei delinquenti,
purtroppo, è molto fervida …
Nella maggioranza dei casi l’esistenza
del crimine viene scoperta soltanto quando la vittima riceve richieste di
pagamento per acquisti che non ha mai realizzato.
In considerazione della
imprevedibilità delle conseguenze, chi subisce un furto di questo tipo farebbe
bene in primo luogo a rivolgersi ad un legale e contemporaneamente verificare
che non ci siano state illegittime infiltrazioni nei conti bancari e
telefonici.
Le modalità con cui i
malviventi entrano in possesso dei dati personali sono svariate, si va dal
furto materiale del portafoglio, alla captazione dei dati registrati in siti
internet, al rovistare nell’immondizia, all’intercettazione di una ricevuta bancomat
o di altro tipo da cui risulti il proprio account number, ecc…
E’ fondamentale, pertanto,
evitare il più possibile la circolazione superflua dei propri dati, per esempio
mantenendo un alto livello di protezione sul pc, scegliendo con cura i siti,
distruggendo i documenti che riportano informazioni sensibili.
martedì 1 ottobre 2013
IVA: UN AUMENTO ANNUNCIATO
Oggi è entrato in vigore il tanto temuto ma inevitabile aumento dell'IVA (imposta sul valore aggiunto di beni e servizi) dal 21% al 22%.
Tale aumento si rifletterà automaticamente sui prezzi del 70% dei prodotti, primo tra tutti il carburante, che aumenterà di 1,5 centesimi al litro per la benzina, 1,4 per il diesel e 0,7 per il Gpl.
Ma non sarà solo il carburante ad aumentare, perché l'iva colpirà molteplici settori, come l'abbigliamento, le calzature, le automobili, i gioielli, l'arredamento, la tecnologia e i servizi dei professionisti (compresi parrucchieri e manutentori), che potrebbero decidere di ritoccare le proprie tariffe.
Solamente i beni di prima necessità non verranno toccati dall'aumento. Si parla soprattutto del settore alimentare, dove prodotti come pane, pasta farina e latte manterranno l'iva al 4%, mentre su altri prodotti, come carne, cereali, pesce e surgelati si continuerà ad applicare l'aliquota del 10%. Ma, anche in questi casi, bisogna tener conto del fatto che il rincaro del carburante per il trasporto di tali prodotti potrebbe comunque riverberarsi sul prezzo finale praticato al consumatore.
Diverse sono le stime sul costo concreto che tale aumento comporterà per le famiglie: si va da un minimo di 129 euro a famiglia fino ad un massimo di 349 euro.
Un altro duro colpo alle tasche degli italiani, che causerà un inevitabile calo dei consumi, con conseguenze negative sia sull'economia del paese che sul fronte occupazionale.
lunedì 30 settembre 2013
IL TRENO RITARDA PER CAUSA DI FORZA MAGGIORE? AL VIAGGIATORE SPETTA COMUNQUE IL RIMBORSO.
Sentenza rivoluzionaria quella della Corte di Giustizia dell'Unione Europea di Lussemburgo che, pronunciandosi su un contenzioso presentato dalla Corte Amministrativa austriaca, ha stabilito che, in caso di ritardo del treno, il viaggiatore ha diritto al rimborso parziale del biglietto anche se il predetto ritardo è dovuto a causa di forza maggiore.
L’indennizzo – come indicato in una nota della Corte – corrisponde, come minimo, al 25% del prezzo del biglietto per un ritardo compreso tra 60 e 119 minuti, e al 50% di tale prezzo nel caso di ritardo di 120 minuti o superiore.
La Corte chiarisce che il regolamento comunitario sui diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario non esonera in alcun modo le imprese ferroviarie dal rimborso (seppur parziale) del biglietto, che è sempre e comunque dovuto, trattandosi di un indennizzo che ha lo scopo di compensare il prezzo pagato dal passeggero come corrispettivo per un servizio che non è stato eseguito conformemente al contratto di trasporto.
Di conseguenza, nelle condizioni generali di trasporto, nessuna impresa ferroviaria potrà più inserire clausole che la esonerino dall'indennizzo per ritardo in caso di forza maggiore.
Davvero una bella conquista per i viaggiatori, soprattutto in considerazione del fatto che i ritardi dei treni non sono - purtroppo - una cosa così rara.
L’indennizzo – come indicato in una nota della Corte – corrisponde, come minimo, al 25% del prezzo del biglietto per un ritardo compreso tra 60 e 119 minuti, e al 50% di tale prezzo nel caso di ritardo di 120 minuti o superiore.
La Corte chiarisce che il regolamento comunitario sui diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario non esonera in alcun modo le imprese ferroviarie dal rimborso (seppur parziale) del biglietto, che è sempre e comunque dovuto, trattandosi di un indennizzo che ha lo scopo di compensare il prezzo pagato dal passeggero come corrispettivo per un servizio che non è stato eseguito conformemente al contratto di trasporto.
Di conseguenza, nelle condizioni generali di trasporto, nessuna impresa ferroviaria potrà più inserire clausole che la esonerino dall'indennizzo per ritardo in caso di forza maggiore.
Davvero una bella conquista per i viaggiatori, soprattutto in considerazione del fatto che i ritardi dei treni non sono - purtroppo - una cosa così rara.
venerdì 27 settembre 2013
ENERGIA: Informarsi per risparmiare!!!
Le bollette pesano tanto sul bilancio familiare ma
risparmiare è possibile!
L’autorità garante per l’energia e il gas ha attivato
diversi strumenti preziosi per rispondere in modo veloce a dubbi e richieste
riferendosi ad una fonte sicura, l’ente che fissa le regole del mercato dell’energia
elettrica e del gas.
Esiste infatti il cosiddetto "Trova offerte", un sistema di ricerca via Internet che consente di trovare e confrontare informazioni sulle offerte rivolte ai clienti domestici per la fornitura di elettricità o di gas e per le offerte "dual fuel", per la fornitura congiunta di elettricità e gas.
Basta cliccare su http://www.autorita.energia.it/it/trovaofferte.htm ed inizia un percorso guidato nel quale inserire semplici dati: il settore di fornitura (energia elettrica, gas o entrambi), il cap della propria città, i consumi annui stimati… il risultato è un elenco di possibili offerte con prezzi e dettagli per poter operare una scelta più consapevole.
La stessa autorità fornisce on line risposte attraverso
l’”Atlante dei diritti del consumatore” (http://www.autorita.energia.it/atlante/) una
guida sintetica alle garanzie e tutele definite a beneficio dei clienti finali
nei settori dell'energia elettrica e del gas. La ricerca è facile ci sono le domande
più frequenti e risposte fornite in un linguaggio semplice e chiaro.
Per chi volesse un contatto vocale è attivo Lo sportello
del Consumatore con il numero verde 800 166 654 (da lunedì a venerdì dalle 8,00
alle 18,00).
lunedì 23 settembre 2013
CLONAZIONE BANCOMAT E CARTE DI CREDITO
Oggi l’uso di strumenti di pagamento elettronici è quotidiano e i
tentativi di frode diventano sempre più sofisticati ed insidiosi.
La clonazione avviene acquisendo 2 dati: codice della banda magnetica e
PIN.
Tecniche di frode e di prevenzione
I sistemi per
captare i dati sono tanti:
1. Skimming.
Richiede l’uso di un apparecchio chiamato proprio "skimmer" che può
essere addirittura posizionato sulle fessure dei distributori bancomat (ATM) o
dei lettori POS e che permettono di immagazzinare i dati delle carte che
potranno, così, essere clonate.
2. Sniffing.
L’intercettazione dei dati della carta avviene durante l'operazione di pagamento online
3. Pishing.
La tecnica si basa sull’invio di e-mail
in cui, apparentemente, è la vostra banca a chiedere i dati della carta e del
conto corrente per risolvere i problemi. Ricordate che gli istituti di credito
non comunicano mai tramite e-mail o sms per risolvere problematiche legate
a carte di credito.
4. Vishing.
Un po’ come sopra la tecnica si realizza mediante SMS fasulli o contatti
telefonici da falsi operatori cha conoscono già i dati della nostra carta: in
questi casi vengono richiesti i dati anagrafici del cliente, data di scadenza
della carta e i numeri apposti sul suo retro.
5. Trashing.
La Polizia di Stato segnala anche la possibilità che i dati vengano in parte
estratti dalle ricevute rilasciate dopo i prelievi o gli acquisti ed
incautamente abbondate dall’utente.
I consigli per evitare frodi si
fondano essenzialmente su un’attenta e scrupolosa gestione della carta: ad
esempio controllare con frequenza i movimenti di addebito sul conto corrente,
coprire la tastiera al momento dell’inserimento del pin, verificare che gli
sportelli ATM non presentino anomalie, seguire sempre la carta al momento del
pagamento in un esercizio commerciale, verificare che il sito internet usi un
sistema di pagamento protetto (ad es. SSL) e che sia criptato (lo si riconosce
dall’intestazione “https” anziché “http”).
In caso di
clonazione…
Se nonostante tutti gli accorgimenti consigliati siete rimasti vittima
di una frode, dovete immediatamente bloccare la carta attraverso il numero
verde attivato dalle singole società e denunciare l’illecito alle forze
dell’ordine.
In caso di clonazione è possibile richiedere un risarcimento al proprio
istituto il quale dovrebbe avere una propria
assicurazione, che viene resa attiva per i clienti in caso di disagi come
questo.
Per la richiesta di risarcimento è
necessario inviare via fax e con raccomandata copia della denuncia alle forze
dell’ordine, cui allegare una copia dell’estratto conto con evidenza delle
operazioni fraudolente.
La Polizia di Stato consiglia di
conservare la carta per dimostrare che non è stata smarrita né rubata.
Sarà comunque necessario dimostrare alla
propria banca il corretto utilizzo della carta bancomat e l'effettivo danno: presupposto
per evitare problemi derivati dal risarcimento è provare che le spese sostenute
non siano state fatte dal titolare della carta (per esempio evidenziare che i
prelievi risultano effettuati in un luogo mentre ci sono documenti che
attestano che eravate altrove).
In caso di negazione di un risarcimento
danni, il consiglio è quello di affidarsi ad un legale che se ne occupi.
giovedì 19 settembre 2013
LE PROMESSE DI GROUPON
Groupon, leader mondiale nel settore dei gruppi di acquisto, non sempre mantiene le promesse.
Sempre maggiore è il numero di persone deluse rispetto alle aspettative riposte al momento dell'acquisto del fantomatico coupon e sempre più spesso capita che le prestazioni acquistate non vengano effettuate o vengano effettuate in maniera incompleta o superficiale. Ebbene, nonostante dovrebbe essere il gestore di Groupon a farsi garante della veridicità del contenuto delle offerte e, di conseguenza, a provvedere al rimborso delle prestazioni non eseguite, non vi è alcuna clausola che tuteli in tal senso gli acquirenti, tanto da far ritenere in più occasioni auspicabile l'intervento del Tribunale.
lunedì 5 agosto 2013
CHI SIAMO
DIMENSIONE CONSUMATORE è un'associazione senza scopo di lucro finalizzata all'informazione, alla promozione, all’assistenza, alla tutela, alla difesa dei diritti e degli interessi individuali e collettivi dei consumatori di beni e degli utenti di servizi e comunque gli interessi diffusi dei consumatori e degli utenti in genere, anche promuovendo azioni collettive risarcitorie e/o restitutorie, azioni inibitorie giudiziali o stragiudiziali.
In particolare, l’associazione si prefigge di svolgere le seguenti attività:
- offrire supporto e coordinamento alle azioni rivolte a tutelare e garantire i diritti dei consumatori, anche stipulando convenzioni con studi professionali o altre associazioni che perseguano le medesime finalità;
- divulgare informazioni di carattere tecnico e giuridico;
- vigilare sul rispetto dei diritti dei consumatori;
- promuovere manifestazioni ed iniziative come convegni, incontri, seminari e corsi, anche scolastici ed universitari, di informazione, formazione, di educazione e di orientamento e utilizzare spazi giornalistici e tempi d’antenna radiotelevisivi affinché gli stessi consumatori conoscano le necessità e l’influenza d’un loro comportamento più razionale e più solidale, siano messi a conoscenza dei prezzi e delle qualità dei prodotti e dei servizi disponibili sul mercato, così da non essere vittime di abusi, speculazioni e frodi;
- contribuire a riequilibrare la posizione di debolezza contrattuale ed economica del consumatore e a rimuovere le remore poste alla libera concorrenza;
- editare e promuovere pubblicazioni e mezzi multimediali, anche periodici, sui problemi del consumo e dei consumatori o riguardanti l'attività sociale;
- promuovere una cultura conciliativa per la risoluzione delle controversie;
- promuovere per l’ambiente iniziative di informazione e di educazione per il consumo eco-compatibile, per l’uso razionale dell’energia e lo sviluppo delle energie alternative, nella salvaguardia dell’ambiente e dell’ecosistema;
- organizzare iniziative di raccolta fondi, ordinarie e straordinarie, a tal fine eventualmente organizzando eventi (spettacoli e intrattenimenti), nonché realizzare le operazioni mobiliari ed immobiliari strumentali al perseguimento dei fini sociali e dell’autofinanziamento delle proprie attività;
- promuovere ogni attività strumentale al conseguimento degli scopi sociali dell’Associazione.
Dimensione Consumatore non riceve alcun finanziamento da partiti e/o sindacati e si autofinanzia tramite tessere e contributi.
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Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale. Le immagini inserite in questo blog sono tratte in massima parte da internet; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo a dimensioneconsumatore@gmail.com e saranno subito rimosse.
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