lunedì 25 novembre 2013

DIFENDERSI DA UN MUTUO USURARIO !

Il tema dei mutui e soprattutto del tasso di interesse è sempre di fondamentale importanza per i consumatori ed una recente pronuncia della Suprema Corte di Cassazione, la sentenza n. 350 del 9 gennaio 2013, ha, finalmente, sancito con chiarezza che “ai fini dell'applicazione dell'art. 644 del codice penale e dell'art. 1815, secondo comma, del codice civile, si intendono usurari gli interessi che superano il limite stabilito dalla legge nel momento in cui essi sono promessi o comunque convenuti, a qualunque titolo, quindi a titolo di interessi moratori".

I Giudici della Suprema Corte ribadiscono così un concetto già espresso in diverse occasioni, confortato anche dalla Corte Costituzionale (sent. N. 29 del 25.02.2002), nonostante la Banca d'Italia continui ad escludere il tasso di mora ai fini del calcolo del TEG medio (def.: Tasso Effettivo Globale è il tasso medio che esprime il costo effettivo del mutuo tenendo conto di tutte le spese, commissioni e di possibili tassi di ingresso o promozionali).

In termini pratici la decisione della Corte significa che il raffronto tra TEG e Tasso Soglia (ovvero il limite usura che non deve essere superato dall'istituto di credito e che è stabilito trimestralmente dalla Banca d’Italia) deve tener conto di TUTTE le somme richieste dall’ente creditore a titolo di spese, penali, commissioni,  interessi di mora, ecc..

La conseguenza di tale determinazione è che, in caso di applicazione delle penali pattuite per situazioni di insolvenza o di ritardati pagamenti, qualora il quantum risulti superiore rispetto ai limiti del tasso usura, diventa molto più facile far valere i propri diritti verso le banche e quindi contestare l’applicazione di un interesse illegittimo.
Nel momento in cui il tasso d’interesse diventa usurario, il mutuatario ha a sua disposizione diversi strumenti di difesa:
  • Chiedere il rimborso delle somme illegittimamente incassate;
  • Bloccare eventuali azioni giudiziali già intraprese dalla banca;
  • Contestare l’addebito di futuri interessi calcolati in maniera illegittima;
  • Rinegoziare la rata del mutuo
Non bisogna dimenticare, infatti, che ai sensi dell’art. 1815, comma 2°, c.c. "se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi".
Dato che in caso di “difficoltà di dialogo” con le banche sono i giudici a decidere, si tenga in considerazione come ha deciso la Corte d’Appello di Venezia sentenza n° 342 del 18 Febbraio 2013: “L’articolo 1815, comma 2 c.c. esprime un principio giuridico valido per tutte le obbligazioni pecuniarie e pertanto la previsione di nullità della clausola di debenza degli interessi è applicabile a qualsiasi somma richiesta a tale e quindi anche nel caso d’interessi moratori. La conseguenza della violazione dell’art. 1815, comma 2, c.c. è la conversione forzosa del mutuo usurario in mutuo gratuito.”
Detto ciò, difendersi da un mutuo usurario non è soltanto possibile ma una concreta realtà!

mercoledì 20 novembre 2013

ANCHE LA TRUFFA E' BIO

Allevamenti cresciuti a colpi di ormoni, olio deodorato e colorato, frutti di bosco affetti da epatite A, mucca pazza, maiali alla diossina. Sono solo alcuni esempi dei ripetuti scandali alimentari che hanno spaventato la popolazione. Scandali che hanno favorito l'exploit di un mercato che un tempo era solamente di nicchia, ma che ormai sta conquistando un pò alla volta gli scaffali di tutti i negozi: il mercato biologico. 


A fronte di una sempre maggiore sofisticazione dei prodotti alimentari, il biologico offre un maggiore garanzia di sicurezza, in quanto non prevede l'utilizzo di ormoni, pesticidi, prodotti di sintesi e organismi geneticamente modificati. 
Inoltre, l'agricoltura biologica considera l'intero ecosistema agricolo, sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con interventi limitati e promuove la biodiversità dell'ambiente in cui opera. 
Dunque un prodotto biologico dovrebbe dare una maggiore garanzia di sicurezza per la salute dell'uomo e dell'ambiente, soprattutto alla luce del fatto che la normativa di riferimento è molto rigida e i controlli dovrebbero essere molto severi. 

Tuttavia, le frodi alimentari non risparmiano nemmeno questo settore. Anzi, con la maggiore diffusione del mercato biologico, sono aumentati a dismisura anche i casi di "bio truffa".
Dall'inizio dell'anno il Nucleo Antifrode dei Carabinieri ha sequestrato in tutta Italia oltre due milioni di finte etichette biologiche e confezioni “ingannevoli” e più di 77 mila prodotti agroalimentari. La Guardia di Finanza, invece, ne ha ritirati dal mercato circa un milione in un anno. Tonnellate di mais, soia e olio di colza provenienti da Ucraina, India, Turchia, spacciati come biologici ma contaminati da un pericolosissimo pesticida che danneggia la salute umana e animale (il clormequat, cioè cloruro di clorocolina, che può provocare nausea, vomito e mal di testa); organismi di certificazione senza scrupoli che falsificano le analisi chimiche per dichiarare bio prodotti quasi tossici. 

Le truffe vengono effettuate tramite la falsificazione delle etichette, l'apposizione di sigle che attestano la provenienza di alimenti per cui in realtà non c'è alcuna tracciabilità, nè si sa dove e come siano stati prodotti e la violazione delle più elementari norme igienico sanitarie (incluso l'utilizzo di agenti chimici vietati dalla normativa sull'agricoltura bio).

Ovvi gli scopi dei "biotruffatori": ingannare i consumatori, i quali acquistano a prezzi elevati prodotti di valore molto scadente, e accaparrarsi i finanziamenti europei elargiti per favorire l'agricoltura biologica. 

In attesa di una normativa più restrittiva (già in elaborazione presso l'Unione Europea) che argini tale dilagante fenomeno, come difendersi da queste truffe? L'unica arma a disposizione dei consumatori è l'acquisto più consapevole: comprare il più possibile prodotti a filiera corta, sicuramente più freschi ma anche più facilmente rintracciabili, e affidarsi alle catene di distribuzione più sicure. Ma soprattutto evitare il più possibile acquisti on line (è proprio la rete il palcoscenico della maggior parte delle truffe), a meno che non si tratti di un venditore certificato ed affidabile.